Se lo ritiene opportuno potrà segnalare il contenuto della scheda "Questionario Valutazione dell'Evento", evidenziando eventuali anomalie, utilizzando l'indirizzo e-mail ecmfeedback@agenas.it o, in alternativa, il portale myECM tramite il quale è possibile procedere alla compilazione online della scheda
Comitato di Presidenza Rocco De Pasquale, Steven Paul Nisticò, Giuseppe Noto
Prof. Rocco De Pasquale
Prof. Steven P. Nisticò
Dott. Giuseppe Noto
Cari Colleghi,
Come Presidenti del “G20 ADI-ADMG Dermatology International Congress”, e a nome anche di ADI (Associazione Dermatologica Ionica) e ADMG (Associazione Dermatologi della Magna Grecia) abbiamo il piacere di invitarVi a Palermo, la città che ospiterà questo Congresso dal 11 al 13 novembre 2021.
Il programma scientifico comprenderà una selezione di argomenti proposti da Relatori di alto livello italiani e stranieri. Ci saranno sessioni dedicate alle correlazioni clinico-patologiche, allergie da contatto e dermopatie professionali, dermopatie e infiammazioni sistemiche, dermato-oncologia e dermato-chirurgia.
L’evento si svolgerà in tre giorni, da giovedì a sabato, e sarà caratterizzato da Letture plenarie atte a stimolare la discussione su revisione e aggiornamenti in ambito dermatologico;
da Comunicazioni Libere con i risultati delle ultime ricerche, ed altre sessioni dedicate ai giovani dermatologi. Non mancheranno spazi dedicati alle nuove tecnologie e cosmetici innovativi.
Palermo è sicuramente una delle città più belle d’Italia. Un patrimonio mondiale dell’umanità con i suoi diversi stili e caratteri che si armonizzano tra loro in una sorta di sovrapposizione culturale.
Vi invitiamo in una città colorata, vivace, ricca di storia, dove non si rimane mai a corto di cose da fare o da vedere; se mai, si rimane a corto di tempo per completare l’avventura in questa straordinaria città siciliana.
Vi aspettiamo a Palermo per un magnifico soggiorno di scienza, arte, ed altro ancora…
Direttore Scientifico
Prof. Alberto Giannetti
Professore Emerito di Dermatologia Università di Modena e Reggio Emilia
Il 2 luglio 2021 il Prof. Giannetti ci ha lasciato. Porteremo avanti questo progetto e lo dedichiamo al Grande Maestro.
ADI - ADMG - L'Orsa Maggiore
Comitato Organizzatore
Dott. Concetto P. Agnusdei - Campobasso
Dott. Alfio Alì - Siracusa
Dott. Salvatore Amato - Palermo
Dott. Pierluigi Bruni - Perugia
Dott. Calcedonio Cannarozzo - Catania
Dott. Sergio Centofanti - Roma
Dott.ssa Sandra Curia - Cosenza
Dott.ssa Annunziata Dattola - Roma
Dott. Santo Dattola - Reggio Calabria
Dott. Luigi Del Brocco - Roma
Dott.ssa Maria Angela Di Mauro - Catania
Dott. Gino Favero - Bari
Dott. Angelo S. Ferrari - Crotone
Dott. Stefano La Greca - Catania
Prof. Vittorio Mazzarello - Sassari
Prof. Santo Raffaele Mercuri - Milano
Dott. Maurizio Pettinato - Catania
Dott. Antonio Pugliese - Taranto
Dott. Nunzio Puccia - Ragusa
Dott. Carmelo Schepis - Enna
Prof. Ignazio Stanganelli - Ravenna
Dott. Massimo Travaglini - Brindisi
Dott. Giovanni Fabio Zagni - Catania
Faculty
Relatori Internazionali
Jonathan Barker
Professor of Medical Dermatology & Honorary Consultant Dermatologist St John's Institute of Dermatology, King's College London & Guy’s and St Thomas’s NHS Foundation Trust
President, International Psoriasis Council
Michael J. Boffa
Chairman, Department of Dermatology & Venereology, Mater Dei Hospital, Malta President, Maltese Association of Dermatology & Venereology
Luca Borradori
Past President EADV
Professor Dept. of Dermatology
University Hospital of Bern- Inselspital
Switzerland
May El Samahy
Dermatogy Professor
at Ain Shams University, Cairo, Egypt
Ramon Grimalt
Professor Titular de Dermatologia
Facultat de Medicina i Ciències de la Salut
Universitat Internacional de Catalunya
08195 Sant Cugat del Vallès
UIC Barcelona - Spain
Aimilios Lallas
Department of Dermatology
Aristotle University
Thessaloniki – Greece
Joseph Malvehy
Director of the Skin Cancer Unit at the Hospital Clinic of Barcelona - Spain
Joseph Pace
Professor of Dermatology
Past Chairman University
Dept of Dermatology
Malta
Valeska Padovese
Dermatology and Venereology Consultant
Genito-Urinary Clinic of Mater Dei Hospital - Malta
Susana Puig
Profesor de dermatologia
Head of Department Servicio de Dermatologia – Hospital Clinic de Barcelona
Miklós Sárdy
Dept. of Dermatology, Venereology, and Dermatooncology
Faculty of Medicine Semmelweis University
H-1085 Budapest, Hungary
Antonio Torrelo
Head of Dermatology Department, in the Children Hospital del Niño Jesus in Madrid
Andreas Wollenberg
Dept. of Dermatology and Allergology
Ludwig-Maximilian University
D-80337 Munich - Germany
Relatori Italiani
Agnusdei Concetto Paolo, Campobasso
Alessandrini Aurora Maria, Bologna
Amato Salvatore, Palermo
Arpaia Nicola, Bari
Ascierto Paolo, Napoli
Astorino Stefano, Roma
Berti Emilio, Milano
Berti Irene, Trieste
Bianchi Luca, Roma
Bleidl Dario, Genova
Bruni Pier Luigi, Perugia
Burlando Martina, Genova
Campione Elena, Roma
Cannarozzo Calcedonio, Catania
Cannarozzo Giovanni, Firenze
Cannizzaro Maria Vittoria, Roma
Cassano Nicoletta, Bari
Castaldo Miriam, Roma
Cavani Andrea, Roma
Centofanti Sergio, Roma
Cristaudo Antonio, Roma
Curia Sandra, Cosenza
Cusano Francesco, Benevento
D’Amico Domenico, Catanzaro
Dattola Annunziata, Roma
Dattola Santo, Reggio Calabria
De Andrea Marco, Torino
Del Brocco Luigi, Roma
De Marco Aurora, Bari
De Pasquale Rocco, Catania
Depenni Roberta, Modena
Esposito Maria, Roma
Fai Dario, Lecce
Fasano Gaia, Catanzaro
Fazia Gilda, Catanzaro
Feliciani Claudio, Parma
Ferrari Angelo Salvatore, Crotone
Foti Caterina, Bari
Franco Gennaro, Roma
Gagliardo Antonio, Palermo
Garcovich Antonio, Roma
Garofalo Virginia, Roma
Genovese Giovanni, Milano
Giunta Alessandro, Roma
Guarneri Biagio, Messina
La Greca Stefano, Catania
Lanna Caterina, Roma
Longo Caterina, Modena
Lotti Torello, Firenze
Mandel Victor Desmond, Modena
Marzano Angelo Valerio, Milano
Massone Cesare, Genova
Mavilia Luciano, Messina
Mazzarello Vittorio, Sassari
Mazzotta Francesco, Bari
Mercuri Santo Raffaele, Milano
Milioto Mirella, Palermo
Misciali Cosimo, Bologna
Morrone Aldo, Roma
Morrone Pietro, Cosenza
Naldi Luigi, Vicenza
Negosanti Francesca, Bologna
Nisticò Steven Paul, Catanzaro
Norat Maurizio, Aosta
Noto Giuseppe, Palermo
Occella Corrado, Genova
Palla Marco, Napoli
Passante Maria, Catanzaro
Pellacani Giovanni, Roma
Peris Ketty, Roma
Perosino Elisabetta, Roma
Pettinato Maurizio, Catania
Provenzano Eugenio, Cosenza
Pugliese Antonio, Taranto
Quaglino Pietro, Torino
Ricciuti Federico, Potenza
Romanelli Marco, Pisa
Rongioletti Franco, Milano
Rossi Alfredo, Roma
Ruggiero Giorgio, Latina
Sannino Mario, Napoli
Schepis Carmelo, Messina
Stanganelli Ignazio, Ravenna
Strani Gian Franco, Torino
Tolone Martina, Catanzaro
Tonini Giulia, Pisa
Trischitta Antonino, Napoli
Valenti Giancarlo, Catanzaro
Valenzano Luigi, Roma
Vena Gino Antonio, Bari
Zagni Giovanni Fabio, Catania
Zerbinati Nicola, Pavia
Zichichi Leonardo, Trapani
Main Topics
patologie cutanee e loro comorbidità
dermatiti irritative e allergiche
malattie infiammatorie della cute su base immunitaria
condivisione delle linee guida su importanti patologie cutanee: psoriasi, acne, rosacea, idrosadenite suppurativa, vitiligine, dermatite atopica, orticaria, melanoma, ecc...
tumori cutanei
patologie cutanee di origine infettiva: batteri, virus, funghi, protozoi, ecc...
infezioni cutanee sessualmente trasmesse
dermatologia vascolare
cheloidi e cicatrici difficili
patologie degli annessi cutanei
patologie del cavo orale e delle mucose visibili
dermatologia estetica: dermocosmetologia, prevenzione e cura degli inestetismi cutanei e dell’invecchiamento
dermatologia pediatrica
chirurgia dermatologica
dermatoscopia
laser
fotodinamica e fotote-rapia
innovazioni tecnologiche in dermatologia
novità di terapia in dermatologia
Key Dates
Apertura delle iscrizioni 15 Gennaio 2020
Accettazione degli abstract fino al 31 Luglio 2021
L'Astoria Palace Hotel è un lussuoso hotel a 4 stelle situato in una zona tranquilla tra il porto di Palermo e la Fiera del Mediterraneo. Questa imponente struttura con una vasta gamma di servizi è la struttura più grande della città. Questo facilita l’organizzazione dell’evento perché tutti i delegati alloggeranno nella stessa struttura.
Completamente rinnovato nel 2008, l'Astoria Palace si trova vicino al porto e al quartiere fieristico, entrambi facilmente raggiungibili con la navetta gratuita dell'hotel. Anche i mezzi pubblici, compresi gli autobus e la metropolitana, sono facilmente raggiungibili.
Questo elegante hotel offre un servizio professionale di prima classe. Tutto ciò di cui potresti aver bisogno è sul posto.
L'Astoria Palace offre le più moderne strutture per conferenze, con un efficiente centro business e un grande centro congressi per un massimo di 700 persone.
Astoria Palace assicura sempre ai suoi ospiti un ottimo soggiorno a Palermo.
Save the date.
11, 12, 13 novembre 2021 - Palermo
Palermo
Bella ed immensa, Palermo si staglia sulla costa nord-occidentale della Sicilia essendo capoluogo dell'omonima città metropolitana e della Regione Siciliana. È il quinto comune italiano per numero di abitanti (673.735).
La Storia.
La città vanta una storia plurimillenaria e ha avuto un ruolo importante per le vicende del Mediterraneo e dell'Europa. Fondata dai Fenici tra il VII e il VI secolo a.C., venne conquistata nel 254 a.C. dai Romani ed è divenuta il principale centro dell'isola. Conquistata dai Vandali nel 429, passò nel 536 sotto Bisanzio e poi inesorabilmente conquistata dai Berberi nell'831. Successivamente, con l'avvento dei Normanni e il ritorno alla cristianità, fu la città dove furono incoronati numerosi sovrani di Sicilia; proprio a questa circostanza si devono i titoli attribuiti alla città: “Prima Sedes, Corona Regis et Regni Caput”. Da allora è rimasta, con alterne vicende, la capitale del Regno di Sicilia fino al 1816. Particolarmente importanti furono i Vespri siciliani, ribellione scoppiata a Palermo nel 1282.
Dal 1816 al 1817 fu capitale provvisoria del neonato Regno delle Due Sicilie e successivamente divenne la seconda città per importanza dello stesso regno fino al 1861, anno dell'unità d'Italia.
La lunga storia della città e il succedersi di numerose civiltà e popoli le hanno regalato un notevole patrimonio artistico e architettonico. Numerosi edifici, tra chiese e palazzi, sono riconosciuti monumenti nazionali italiani.
A Palermo ha sede l'Assemblea Regionale Siciliana, la più antica sede parlamentare in attività del mondo, nonché una rilevante sede universitaria. La sua arcidiocesi è sede metropolitana e sede del primate di Sicilia. Nominata Capitale Italiana dei Giovani 2017, è stata anche capitale italiana della cultura per il 2018.
La Città.
Visitare Palermo: ecco una cosa che almeno una volta bisogna fare nella vita. Flotte di turisti affollano le strade alla scoperta delle meraviglie della città. Nel week end, soprattutto la sera, le strade principali della città e le grandi piazze sono ricolme di migliaia di persone alla ricerca del primo pub in cui sorseggiare un drink; Piazza Sant’Anna, Piazza Verdi, Piazza Castelnuovo si trasformano in veri e propri teatri all’aperto in cui giovani e meno giovani si riuniscono fino a tarda ora.
Arte e Monumenti.
Oltre a rimanere stupefatti dalla moltitudine di persone che fino a tarda sera passeggiano lungo le vie del centro storico, qui si può ammirare Palermo da un punto di vista artistico. A piazza Castelnuovo, potrete ammirare la bellezza del famosissimo teatro Politeama, mentre a piazza Giuseppe Verdi potrete farvi ammaliare dalla maestosità del rinominato teatro Massimo. Questi sono solo due dei moltissimi monumenti importanti della città.
L’arte a Palermo non ha confini; per via delle molteplici dominazioni a cui la Sicilia è stata sottoposta nell'arco dei secoli, girovagando per le vie della città si possono ammirare diversi stili artistici: barocco, arabo-normanno e bizantino sono i principali. A questo proposito è caratteristica la famosa Cattedrale, nella quale confluiscono variegati stili architettonici, dal gotico fino al normanno.
Ci sono luoghi in cui tornare non è mai un déjà vu, ma piuttosto una riscoperta. La Cattedrale di Palermo è sicuramente uno di questi. Tombe, urne, gioielli, gemme, ma anche incanto e sacralità: questi i tesori della Cattedrale che vi suggeriamo di scoprire o di rivedere. Dopo l’ingresso si snoda il doppio succedersi delle campate che custodiscono le tombe reali. Ci accoglie la tomba imperiale di Federico II – lo Stupor Mundi – imponenza di rosso porfido sostenuta da fieri leoni e attorniata dalle colonne del baldacchino. Alle sue spalle, riposa il primo Rex Siciliae, Ruggero II il Normanno che fece della Sicilia in centro del Mediterraneo. Nella successiva campata, svettano le tombe imperiali di Enrico VI di Svevia, padre di Federico, e di Costanza d’Altavilla, madre di Federico e figlia di Ruggero. Il porfido rosso abbraccia anche loro e non deve stupirci, poiché questo prezioso dono delle terre d’Egitto era riservato alle figure notabili.
I Tesori della Cattedrale non cono soltanto le tombe: attraversando la navata meridionale si passa alle sale dei tesori della cattedrale. Ci introduce ad esse una statua di Santa Rosalia in preghiera. Di effigi e reliquie della Santuzza ne troviamo diverse e in vari materiali di fattura pregiata: un dente della patrona fa da contraltare al braccio di Sant'Agata! Quindi reliquari, ostensori, calici; in argento sbalzato e cesellato, in bronzo o rame dorati. Paliotti e mitrie in tela ricamata con fili metallici, smalti e vetri policromi. Omaggio all'ingegno artigianale umano!
Ma il gioiello fra i gioielli è la corona di Costanza d’Aragona, moglie di Federico II. Eterea e preziosa, custodita fra cristalli che risplendono delle sue gemme, si lascia esplorare con lo sguardo da ogni angolazione. Lavorata in filigrana d’oro dalla squisita maestranza normanna di Palazzo Reale, disegna alternanze di pieni e di vuoti che intessono luminosi riflessi. Le gemme (verdi, rosse e turchesi) brillano e i pendagli laterali, alternanza di elementi orizzontali smaltati e geometrie a losanga, manifestano regalità. Puro incanto!
Sono moltissimi i monumenti e gli edifici storici che meritano di essere visitati a Palermo: ricordiamo la terrazza del Loggiato di San Bartolomeo, il fascino dei Quattro Canti, il Castello a Mare presso l’antico porto della Cala, il Villino Florio opera architettonica di eccellente stile Liberty, tanti tesori abbandonati di Palermo che oggi hanno ritrovato splendore come il Palazzo Lampedusa, la Palazzina Cinese, la Chiesa dello Spasimo, il Real Teatro di Santa Cecilia, e tanti altri, con tutto il rispetto per le architetture moderne, come il Teatro Massimo a Piazza Verdi ed il Teatro Politeama a Piazza Castelnuovo.
Personaggi.
Ma ritorniamo a quei personaggi di cui abbiamo visto le tombe nella Cattedrale, quei personaggi venuti dai fiordi alla Sicilia e che hanno segnato la storia di Palermo, della Sicilia e di tutto il Sud Italia.
Da figlio secondogenito di Ruggero d’Altavilla, conquistatore normanno della Palermo araba, a primo Rex Siciliae. Da guerriero spavaldo ed ambizioso a mecenate di uno stile culturale, artistico ed architettonico unico e prezioso tanto da divenire patrimonio UNESCO (lo stile arabo-normanno). È Ruggero II d’Altavilla, cui Palermo e il Sud Italia devono pagine memorabili della loro storia e della loro essenza culturale. La strada verso il titolo di Rex Siciliae non sarà un gioco per Ruggero: Re cattolico di sangue vichingo con formazione greco-musulmana, comprende l’impossibilità di regnare prescindendo dalla radicata miscela sicula. Fonda allora il suo potere sulla funzionalità strategica dell’integrazione, scegliendo anche collaboratori estranei alla sfera latina. L’illuminata opera di Ruggero è anzitutto politica, rivolta a dar uguale dignità ad ogni suddito, senza differenza di religione e provenienza geografica. Consapevole della necessità di sostegno trasversale al potere, dà voce al Parlamento Siciliano con la convocazione a Palazzo dei Normanni (1130) delle Curiae generales, cui chiede, ricevendolo, l’assenso alla sua dignità regia. E così il Regno che egli fonda con astuzia e fortuna resterà geograficamente vivo fino all'Unità d’Italia del 1861.
In molti, camminando per le vie baciate dal sole, si innamorarono di Palermo. Abitanti o stranieri, ricchi o poveri, vecchi o giovani, nessuno poteva sfuggire alla sua bellezza. Tra questi, un uomo portava sul capo una corona. Proprio tra le mura del Duomo del capoluogo siciliano, quando era ancora bambino, venne incoronato. E chiunque, nei secoli successivi, udì il suo nome e lo celebrò. Il suo nome era Federico II, noto anche come “Stupor Mundi”.
Nobiltà ereditaria e nobiltà d’animo, un connubio che si sposa del tutto nella personalità di Federico II. Una figura che spicca, da protagonista, nel basso Medioevo, periodo ricco di contrasti e conflitti. Un uomo che donò alla Sicilia, e all'Italia intera, un contributo inestimabile. Doni inestimabili, gesta inenarrabili che delineano i tratti di un personaggio che ancora oggi, a quasi un millennio dalla sua nascita, si spezza tra leggende e realtà. Ma quell'uomo tanto politico quanto di cultura, che a quei tempi vantava forse troppi nemici, è oggi inevitabilmente ammirato da chiunque. In ogni angolo della penisola si trova un suo ricordo, un prezioso regalo.
Era il 26 dicembre 1194 quando Federico II venne alla luce a Jesi. Egli trascorse i suoi primissimi anni di vita in giro per l’Italia, prima di trasferirsi a Palermo. Poche ore prima della sua nascita il padre, Enrico IV, era infatti divenuto re di Sicilia. Quando aveva soltanto quattro anni Federico rimase orfano di padre e di madre. Nella Cattedrale di Palermo, il fanciullo fu incoronato re di Sicilia.
Tante sono le leggende che costellano la vita di Federico II, tanto ricca e sonora da poter generare miliardi e miliardi di storie. I racconti narrano di come il re di Sicilia parlasse ben nove lingue. Egli, inoltre, era talmente colto da saper trattare con perizia dei temi più disparati: dall'astrologia alla matematica fino alla filosofia, insieme all'economia e alla scienza.
Federico II morì in Puglia il 13 dicembre 1250. Nei giorni seguenti il corpo fu trasferito a Palermo per essere sepolto tra le mura della Cattedrale, proprio dove era stato incoronato re di Sicilia a quattro anni. In questo luogo giace, entro il sepolcro di porfido rosso antico, come voleva la tradizione normanno-sveva, accanto alla madre Costanza, al padre Enrico VI e al nonno Ruggero II.
Un altro personaggio mitico, che impronta di se la storia palermitana, è Donna Franca Florio. Nella Palermo della Belle Epoque una donna era regina, non di nascita ma d’animo e temperamento. Franca Jacona della Motta dei baroni di San Giuliano era il suo nome, ma tutti la conoscevano semplicemente come Donna Franca Florio. Una rinomanza, una garanzia: era moglie, infatti, di Ignazio Florio, uno degli uomini più ricchi della Sicilia. Tanto bella quanto giovane, divenne in poco tempo ammirata e desiderata da tutto il popolo siciliano e non solo. “E ccu è chista, Franca Florio!?”, esclamano i palermitani quando vedono una bella donna.
Franca era alta, aveva gli occhi verdi e i capelli scuri che le incorniciavano il viso ambrato, ma il suo fascino andava oltre la bellezza fisica. Ella discendeva da una famiglia di nobili siciliani, poveri come il resto dell’aristocrazia in quegli anni, ma ricca di ambizioni per la figlia. Nonostante avesse soltanto diciannove anni quando sposò l’industriale Ignazio Florio, la giovane assunse un ruolo fondamentale all'interno della coppia, dando preziosi consigli al marito in relazione a ciò che si doveva fare.
Il lusso e la mondanità, tuttavia, non fecero perdere la testa alla giovane. L’accessorio che rese Donna Franca più bella di chiunque altra, infatti, fu l’umiltà. Nessuna gentildonna poté provare invidia nei confronti di colei, che ebbe un occhio di riguardo anche verso le classi sociali più disagiate. A lei si devono numerose idee che avrebbero reso la Sicilia una terra confortevole per le madri lavoratrici: la creazione di primi asili nido all’interno dei vari stabilimenti Florio, ad esempio.
La Regina di Palermo, così era chiamata Donna Franca. Tante leggende circolano attorno alla sua figura, resa celebre dalle curiosità e da coloro che di lei hanno parlato. Alla sua corte artisti, poeti e altri uomini di cultura arrivavano e rimanevano folgorati, ma solo lo sguardo restava loro. Donna Franca fece girar la testa a uomini provenienti da ogni dove. L’imperatore d’Austria Francesco Giuseppe, incantato per la sua illustre modernità, regalò alla sua “Stella d’Italia” una tromba d’automobile. Il direttore d’orchestra Arturo Toscanini, mentre tutti lo applaudivano alla Scala di Milano, volse il suo sguardo verso la giovane. Perfino Gabriele D’Annunzio scrisse parole soavi di lei, definendola “Unica creatura che svela in ogni suo movimento un ritmo divino”. Pittori come Giovanni Boldini e Ettore De Maria Bergler, infine, ebbero l’onore di tracciare col pennello le sue linee. Nessuno di questi, però, Franca Florio accettò come amante.
Natura e Paesaggi.
Così come l’arte non ha confini, specialmente quando è legata alla storia di personaggi così illustri e memorabili, stesso discorso vale per i paesaggi naturali di cui è costellata la città di Palermo. Potrete visitare Mondello, una delle spiagge più belle del sud Italia, potrete immergervi in atmosfere bucoliche, se siete alla ricerca di un posto tranquillo, sarebbe un errore imperdonabile non visitare Monte Pellegrino: una riserva naturale immersa nel verde a cui potrete accedere comodamente con la vostra auto e dal quale potrete ammirare il panorama mozzafiato di una città che si snoda per intero davanti ai vostri occhi.
Per chi ama il fascino della natura ricordiamo ancora la Riserva di Capo Gallo, itinerario forestale sula mare; Capo Zafferano, una riserva naturale fuori dal tempo, l'Orto Botanico di Palermo dove la natura diventa arte, la Casa delle Farfalle a Palazzo Riso.
Cosa resta da dire? Una cosa importante: la passione del gusto e il piacere di mangiare!
Arte Culinaria.
Palermo si rivelerà una vera e propria esplosione di piacere per i vostri sensi visivi e gustativi. Sparsi qua e là per la città, si possono trovare diversi negozi che si occupano esclusivamente della vendita del cosiddetto street food. Scoprirete nuovi sapori che vi faranno apprezzare maggiormente la città. Se non lo avete ancora fatto, vi renderete conto di quanto piacere di vivere si può celare dietro ad un piccolo gesto, come addentare un gustosissimo cannolo siciliano o la famosissima cassata. Ma non fermatevi a questo. Piuttosto, gettatevi in qualsiasi esperienza culinaria che qui vi offre. Potrete gustare pietanze salate che non avevate mai assaggiato prima. Stigghiola, panino con panelle e crocchè, pane cu ‘a meuza sono sfizi che non potrete farvi mancare. E se dalla strada passiamo alla tavola, abbiamo le tante prelibate pietanze a base di pesto siciliano, la pasta con le sarde, la pasta alla norma, le arancine, ecc...
Miti e Tradizioni.
Altre tipicità palermitane, oltre che nella cucina, si ritrovano nelle nei costumi e nelle tradizioni popolari: per esempio, il folklore e i canti siciliani conosciuti in tutto il mondo, il teatro dei pupi – esistono ancora bravi pupari – e vogliamo ricordare una tipicità assoluta siciliana che vedrete sicuramente nei negozi percorrendo le strade di Palermo: le Teste di Moro, manufatti in ceramica, per lo più a forma di vasi, che ritraggono uomini baffuti e visi di donna in coppia. Li conoscerete certamente, ma non sapete qual è la leggenda da cui hanno origine. “L’amuri cumincia ccu lu cantu e finisci ccu lu chiantu”, recita un proverbio siciliano; è come dire non tutte le storie d’amore sono a lieto fine, come quella che ha come protagonisti due giovani, un uomo e una donna, vissuti nella Palermo dominata dai musulmani berberi.
Era l’anno mille ad Al Hàlisah, quartiere arabo di Palermo oggi chiamato la Kalsa, e i cosiddetti Mori avevano ormai conquistato l’isola da più di un secolo. I giovani s’incontravano tra loro nelle vie della città e numerosi amori nascevano, mentre i fiori sbocciavano. Una fanciulla soltanto, bella ma solitaria, rimaneva tra le mura della sua casa, affacciandosi di tanto in tanto alla loggia per occuparsi delle sue piante. Nessuno l’aveva mai notata, finché un Moro si accostò al balcone fiorito e col suo canto la corteggiò. Ella non riuscì ad opporsi alla dichiarazione d’amore e lo accolse tra le sue braccia. I due, follemente innamorati, giacquero insieme per giorni e giorni.
La promessa d’amore eterno, tuttavia, celava dietro di sé una triste verità: la fiamma di passione che era divampata tra i due giovani era destinata a spegnersi in breve tempo. Il Moro, infatti, doveva tornare in Oriente e, ad attenderlo, c’erano la moglie e i figli. La donzella, tradita e colta da ira funesta, non poté mai accettare il gravoso segreto. L’ultima notte d’ardore fu fatale, ella decise infatti che nessun’altra donna avrebbe preso il suo posto accanto all’amato. La bella fanciulla si armò di un pugnale e, mentre il giovane arabo dormiva, lo accoltellò senza esitazione e, per esser sicura che mai qualcuno, oltre lei, lo avrebbe desiderato, gli tagliò la testa.
La testa del Moro però, rimase con lei in eterno. Ella decise di usarla come vaso per il suo basilico. Il germoglio di Basilikos, divenuto simbolo del loro amore oltre tempo, cresceva prospero, annaffiato dalle lacrime della donna, che lo curava come avrebbe voluto fare con l’amato. Tutti gli abitanti del quartiere Al Hàlisah osservavano con stupore la pianta tanto rigogliosa e rimanevano stupiti dal suo buon odore, tanto da domandarsi quale fosse il segreto della fanciulla. Il vaso era il segreto e, così, le Teste di Moro divennero in ogni balcone i custodi di arboscelli regali.
Oggi, le Teste di Moro, note anche come graste, sono un esempio di ceramica artigianale siciliana ricercata. Nei balconi, e non solo, di tutta la Sicilia appaiono questi vasi, che, per la pelle scura e i tratti mediorientali dei soggetti raffigurati, riconducono proprio al protagonista della nostra leggenda, la cui fine è funesta. Ognuno di essi porta con sé una corona, che ricorda nel suo intreccio il Basilikos che cresceva rigoglioso attorno al capo del giovane decapitato e lo impreziosiva.
Un’altra variante della leggenda, che si rifà al fatto che alle Teste di Moro vengono affiancati anche vasi che ritraggono la donzella siciliana, narra che ad essere decapitato non fu soltanto l’arabo amante, ma anche la bella fanciulla. Infatti, secondo tale versione ella era di nobili origini e si era follemente innamorata del berbero musulmano, il quale era povero. La famiglia, però, decise di contrastare in qualsiasi modo la loro passione e l’amore clandestino tra i due fu severamente punito con la morte di entrambi; i genitori esibirono le teste degli amanti nei balconi del palazzo.
Infine, alla leggenda delle Teste di Moro si rifà anche Giovanni Boccaccio nella quinta novella del Decameron. La narrazione è dedicata alla triste storia d’amore tra la nobile Lisabetta da Messina e lo sfortunato Lorenzo, giovane pisano di origini modeste, che viene assassinato dai fratelli dell’amata, i quali volevano contrastare con ogni mezzo la loro unione. «I fratelli d’Ellisabetta uccidon l’amante di lei: egli l’apparisce in sogno e mostrale dove sia sotterato; ella occultamente disotterra la testa e mettela in un testo di bassilico, e quivi su piagnendo ogni dì per una grande ora, i fratelli gliele tolgono, e ella se ne muore di dolor poco appresso», racconta l’autore.
Dopo queste lunghe dissertazioni, per finire, riportiamo un brano dello scrittore Milan Kundera da uno dei suoi più celebri romanzi L’insostenibile leggerezza dell’essere:
“Tra dieci giorni, se non hai niente in contrario, potremmo andare a Palermo”, le disse. “Preferisco Ginevra” rispose lei. Stava in piedi davanti al cavalletto ed esaminava una tela iniziata. “Come puoi vivere senza visitare Palermo?”.
Perciò, non mancate!
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